Niente di nuovo sotto il sole dopo il terzo giorno della settimana della moda di Parigi: dopo Dior, è il momento di Karl Lagerfeld e Chanel.
In realtà da dire ce ne sarebbe parecchio; ma andiamo con ordine.
La location é la stessa che ha accolto la collezione prêt-â-porter autunno inverno 2017-2018. Il Grand Palais accoglie ora quella primavera estate e lo fa egregiamente.
L’impianto scenografico è stupendo e lascia senza parole. Meno stupore, invece, per la collezione.
La sensazione che Karl non sia il Lagerfeld di una volta é davvero evidente, soprattutto guardando gli abiti sfilare.
Tutto così normale, così monotono, stantio, già visto. Dal tweed declinato in tutte le versioni, dal cappello in giù, ai colori della maison, emblema del brand dal quale non ci si discosta nemmeno un po’.
La sensazione è che questa collezione abbia poco da dire al mondo giovanile ed anche a quello delle più grandi, aggiungerei.
Gonne enormi che superano il ginocchio e che poco valorizzano la figura femminile (alcune riescono a far sembrare grasse persino le modelle taglia 38) e cappotti che sembrano essere usciti dall’armadio della nonna (con la pecca, però, di non raggiungete quel vintage d’effetto che ti fa venir voglia di indossare il capo).
La sfilata si è conclusa con un imponente abito da sposa con maniche lunghe, fiocco sotto il seno e petali che decorano il fondo della gonna sorretta da moltissimi strati di tulle: Karl anche un po’ meno volendo!
Da segnalare l’assenza degli ormai onnipresenti Lily-Rose Depp e il piccolo Hudson Kroenig; ma forse è stato meglio così.
Qualcosa resterà sotto il cielo di Parigi: l’amaro in bocca per una collezione senza guizzo. Aspettiamo con ansia qualche novitá. Del resto qui “abbiamo tutti un disperato bisogno di Chanel “