Parola d’ordine: sostenibilità! E quando la moda diventa green, batte la concorrenza.
La Copenhagen Fashion Week debutta ufficialmente nel 2006, ma è solo dal 2017 che è diventata una delle più importanti settimane della moda. Era prevedibile aspettarsi un successo del genere da parte del popolo scandinavo, da sempre all’avanguardia in molti settori dell’economia, non ultimo quello della moda.
I danesi battono tutti, quindi, non solo sulle tempistiche (la fashion week si è conclusa domenica, anticipando le passerelle di New York che inizieranno ufficialmente giovedì mentre Londra partirà dal 14 ), ma anche sul concept stesso di moda.
Ed è così che il Danish Fashion Institute (l’ente che gestisce la settimana della moda), dichiara che l’obiettivo è quello di “reinventare la fashion week“.
In che modo? Riducendo l’impatto sul clima del 50% rispetto agli anni precedenti e fissando dei requisiti minimi di sostenibilità da parte dei brand che vogliono essere inclusi nel cartellone.
Per partecipare i marchi dovranno dimostrare di non distruggere i capi invenduti: a casa Burberry dovrebbero imparare qualcosa.
– Nel 2018 il brand ha infatti preferito incenerire gli avanzi di magazzino, per un valore pari a 31 milioni di euro. E come riportato dal Times, pare che l’azienda abbia ricorso a questa pratica più volte. Ovviamente il tutto ha scatenato numerose proteste sia per lo spreco sia per le conseguenze ambientali, denunciate a più riprese da gruppi ecologisti.-
Ma a Copenaghen la musica è diversa e oltre la virata ecologica, c’è anche quella stilistica: non sfila l’Haute Couture bensì il pret-a-porter.
Gli abiti sono ufficialmente per tutte le donne e per tutti i giorni. Segno che ormai i tempi delle sfilate con outfit improponibili hanno fatto il loro tempo.
Ovviamente per vedere tutto quello che è successo a Copenhagen vi basta andare sulla mia pagina di Instagram e selezionare le stories 😉😉.
Buon divertimento 😘