Chissà chi è che ha inventato il modo di dire “sogni nel cassetto”: ci sarà stata una persona che ha dato inizio alla cosa, il famoso paziente zero, quello da cui è partito tutto.
Deve esserci qualcuno che un giorno si è svegliato e mentre metteva in ordine la camera avrà esclamato :”nel mio cassetto da oggi in poi ci saranno anche i miei sogni “.
Che poi io nel cassetto ho di tutto: calzini vedovi, reggiseni dal ferretto bastardo che al primo lavaggio escono fuori e si conficcano nel seno, mutande da ciclo e pure quelle per le grandi occasioni, ma no. Di sogni nemmeno uno.
Cenerentola cantava “i sogni son desideri di felicità”. Allora per quale motivo uno dovrebbe tenerli nel cassetto?
Di cosa dovremmo mai aver paura? Di essere felici? Siamo così abituati alla scontentezza che abbiamo deciso di riporre tutti i nostri sogni in un cassetto in modo da dimenticarcene?
Probabilmente dovremmo rivalutare le nostre priorità lasciando andare la tristezza e riprendendo in mano in nostri sogni, quelli che abbiamo deciso di nascondere nel cassetto perché spaventati dalla vita o quelli che abbiamo deciso di abbandonare per paura di essere felici.
In fondo, se le favole della Disney ci hanno insegnato qualcosa è che alla fine i sogni si avverano sempre e se ce l’ha fatta quella “gran culo” di Cenerentola perché non dovremmo farcela anche noi?